“Solo e pensoso i più deserti campi…”
La solitudine può fare paura se le diamo un’accezione negativa: isolamento sociale e privazione di affetti.
Per questa ragione può capitare che le relazioni rappresentino, più che un arricchimento e una possibilità, un antidoto alla solitudine e, quando subiamo un abbandono, viviamo il sentimento dell’essere “soli”. E in tale sentimento c’è un profondo senso di fallimento e di precarietà.
Accade ogni volta che all’amore e all’affetto diamo il significato dell’attaccamento e, se una relazione inizia a non andare bene, viviamo il terrore di restare soli…e allora ci aggrappiamo a essa o cerchiamo immediatamente un’altra relazione perché la prospettiva della solitudine ci è intollerabile.
Spesso facciamo fatica a cogliere la straordinaria forza di rinascita insita nella solitudine intesa come spazio di riflessione e arricchimento della conoscenza di sé finalizzato a scelte consapevoli e gratificanti. Si tratta della solitudine che va alla ricerca di legami sani, dove lo scambio non nasce dalla necessità di consolazione o di supporto ma dalla spontaneità e dall’immediatezza del sentimento.
Stare in compagnia di se stessi vuol dire riposare la mente, riuscire a sottrarsi agli stimoli esterni, prendersi cura di sé e della propria interiorità. In questo modo creiamo una relazione positiva con la nostra solitudine e, quando ci troviamo a fronteggiare le nostre paure e i nostri fantasmi, mettiamo in campo le nostre risorse. È importante imparare a nutrire la propria individualità, prendere confidenza con contraddizioni e ombre, lottare con la paura di restare soli, riconoscersi un valore.
Per vivere bene la solitudine è necessario trovare la propria modalità personale: una è certamente la psicoterapia, spazio in cui i pensieri trovano la loro collocazione e la solitudine il suo significato.
Il Centro Antes è specialista nel campo della psicologia e dell’esplorazione delle dimensioni interiori come spazio di cura e di crescita.
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