Il mobbing non è un problema solo personale di chi “se la va a cercare”, così come non è frutto di una fragilità della vittima.
È altresì il risultato estremo di una politica di “gestione” del dipendente assimilato a materia prima: il termine risorse umane rimanda a quanto poco ci sia di umano nei modelli aziendali di successo che danno la precedenza alle regole di mercato rispetto al benessere delle persone.
Il 10 maggio a Cagliari, al convegno “Mobbing in Rosa” è emerso il vissuto di solitudine nelle donne che affrontano a lavoro una situazione o un momento particolarmente ostico e difficoltoso… e allora lavorare può essere un lusso che pagano a caro prezzo.
Abbiamo ascoltato dalla voce delle avvocate quanto la legislazione sia carente in materia e quanto sia arduo dimostrare ciò che quotidianamente molte persone devono subire. E spesso con la complicità silente di colleghe e colleghi, per cui la persona mobizzata si ritrova relegata in un isolamento che genera un vissuto di esclusione forse più doloroso del mobbing stesso.
Dal convegno è emerso inoltre che nel territorio sono disponibili pochi servizi ad hoc e che le consigliere di pari opportunità sono una di queste preziose risorse per capire e tutelarsi.
Abbiamo approfondito aspetti psicologici e scandagliato le difficoltà delle donne ad accedere al mondo della politica, per poter cambiare a monte le regole “malate” di questa società. Ma soprattutto abbiamo ricevuto forte e chiaro il segnale che è necessario e urgente parlare di mobbing, a giudicare dalle numerose presenze registrate al convegno.
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